Lo sappiamo tutti, ormai non si può più far finta di non esserne al corrente. Lo stato generale di salute del pianeta terra è tutt’altro che positivo ed è solo colpa dell’uomo se un ecosistema perfetto come questo si trova in difficoltà nel mantenere inalterato il proprio stato. Potremmo porci la domanda su cosa facciamo di così tanto ‘grave’ da compromettere la terra ma in realtà basta un piccolo ed obiettivo esame di coscienza che la risposta vien da sé: utilizziamo incessantemente i condizionatori e sappiamo quanto nocivi sono i motori; non smaltiamo i rifiuti per come dovremmo e quindi quelli potenzialmente nocivi vengono gettati in acque e terre che poi ne compromettono inesorabilmente la vita. Tutto qui? Assolutamente no: e tutti i prodotti di quantità ingente che quanti più uomini hanno avuto la brillante idea di ‘nascondere’ sotto terra nonostante la loro radioattività ne vogliamo parlare?
Se la terra è malata è colpa nostra. Cosa possiamo fare?
Corsi di formazione
Innanzitutto l’opera di sensibilizzazione è la prima che deve essere presa in esame. Informarci e fare informare deve essere il diktat prioritario di chi vuol dare un segnale di svolta: smaltire a dovere quello che produciamo deve essere l’inizio, potenzialmente brillante, di un cambio di regime.
E diremo di più: esistono corsi di formazione sulla gestione dei rifiuti (per info vedi Nova Ecologica) che permettono di ottenere una totalità di conoscenze capaci poi di aprirci anche diverse porte dal punto di vista lavorativo.
In ogni caso, come qualsiasi altro corso di formazione, questo si articola nelle canoniche fasi: lo studio (quindi la preparazione), l’esame scritto e successivamente quello verbale. Superati questi step si consegue il diploma che ci permetterebbe di operare in modo efficiente sul territorio.
Quali sono i rifiuti speciali?
Ad inizio articolo abbiamo parlato dei rifiuti speciali: ma quale differenza intercorre tra i rifiuti speciali e quelli classici? I primi sono più pericolosi dei secondi? Assolutamente no. Ma è giusto fare ordine.
Innanzitutto va scissa la netta differenza tra le due tipologie di rifiuti: quelli speciali sono quelli che vengono prodotti dalle grandi aziende e dalle grandi imprese mentre quelli classici sono quelli che facciamo in casa. Fatta questa distinzione urge farne un’altra: entrambe le tipologie di rifiuti contengono connotati di pericolosità ed è quindi errato pensare che quelli potenzialmente nocivi siano solo ed esclusivamente gli scarti industriali. Un esempio? Le pile che utilizziamo per alimentare il telecomando della tv, una volta esaurite come le cestiniamo? Le mettiamo insieme agli altri rifiuti? Ecco, errore più grande non possiamo fare..