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Le viti: quando i chiodi non bastano

DiVittorio Traetti

Ott 13, 2012

Ma voi ce l’avete, un amico patito per il bricolage? Ce l’abbiamo quasi tutti: è quella persona che, quando iniziamo a lamentarci per un qualche lavoretto di riparazione da fare in casa – un’antina che non chiude bene, uno zoccolino che si è staccato, una mensola da fissare – si entusiasma subito e si offre di venire ad occuparsene, per poi arrivare con un sorriso sulle labbra e un grande assortimento di attrezzi nella borsa e alla cintura.

Ma per chi di noi non ha questa passione, purtroppo, le cose non smettono di guastarsi: e fosse anche davvero solo per quel mobiletto che non si chiude come si deve, tutti avremo dovuto prendere in mano un cacciavite, cercare la vite giusta…

… già: ma una vite è davvero una cosa tanto banale? Anche senza appassionarcene come l’amico di cui parlavamo, dobbiamo riconoscere che le viti non sono solamente necessarie, ma sono anche numerosissime e diverse fra loro: un autentico mondo di pezzi speciali, tutti con apposite funzioni e applicazioni, che solo a prima vista sembrano identici. E per orientarci un po’ in questo labirinto abbiamo chiesto di farci da guida a IPL, un produttore italiano di viteria speciale e industriale.

La prima e più semplice delle classificazioni delle viti è quella in base al materiale. Noi sicuramente abbiamo avuto a che fare con le più comuni, che sono fatte ovviamente d’acciaio: ma proprio in quanto generiche, queste viti non sono adatte a lavori specifici o in ambienti particolari. Dobbiamo lavorare in una zona dove ci sono forti rischi di corrosione, ad esempio? Non serve andare lontano: basta pensare ad un mobiletto sul terrazzo, esposto sempre all’umidità. Ecco che in questi casi la vite d’acciaio non è più ideale, e il nostro amico esperto di bricolage ci suggerirà una vite in ottone, oppure in rame o nickel, o ancora in bronzo.

Ma il materiale che conta non è solo quello di cui sono fatte le viti: è anche quello dei pezzi che dovranno fissare insieme, di qualsiasi natura essi siano. Prima parlavamo di antine, e sicuramente il caso più comune nelle nostre abitazioni è quello in cui ci servono delle viti da legno; tuttavia, non è certo lì che si esauriscono le possibilità. Se dobbiamo fissare del metallo, tanto per fare un esempio, avremo viti autofilettanti, che si scavano da sole una sede e non richiedono un pre-foro con il succhiello. Inoltre nella maggioranza dei casi ci troveremo di fronte a viti in acciaio duro – il metallo è ben più duro del legno, da forare! – che spesso saranno state sottoposte a trattamenti anticorrosione di zincatura o nichelatura, perché altrimenti la ruggine potrebbe espandersi anche sui pezzi fissati

Certo, si potrebbe continuare a lungo. Classifichiamo in base alla testa della vite, e ne avremo a testa piatta, tonda, o svasata; in base al sistema di avvitatura, ne avremo a croce, a taglio, o a brugola; e se poi pensiamo alle applicazioni speciali, come le viti invisibili a doppia filettatura, o le viti da specchio costruite per essere arricchite con elementi di decorazione, ci renderemo conto che il nostro immaginario amico ha molto, molto materiale sul quale appassionarsi!

Di Vittorio Traetti

Sono uno scrittore con un amore per la lingua inglese. Scrivo per lavoro, divertimento e talvolta solo perché ho bisogno di espellere i miei pensieri sulla pagina.