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Cinque miti da sfatare sulla sordità

DiVittorio Traetti

Giu 22, 2013

Di tanti problemi di salute, malattie, e disagi fisici, ce ne sono pochi che spaventino le persone quanto la perdita dell’udito. Le ragioni sono tante, e a quella fondamentale che qualsiasi malattia ci spaventa, va probabilmente aggiunta sia la gravità di un problema che ci priva di uno dei cinque canali attraverso i quali percepiamo il mondo – sottraendocene quindi il 20% – sia l’associazione d’idee, dovuta al frequente abbassarsi dell’udito con l’età, per cui la sordità sia una malattia da vecchi – o addirittura da rimbambiti. Proviamo quindi a sfatare qualche mito errato riguardo a questo problema:

1. I sordi non possono comunicare efficacemente
No, falso. Anzi: i sordi sono perfettamente in grado di comunicare in maniera estremamente efficace, con tutte le sfumature, le complessità, e la precisione di termini e di sensazioni di cui sono capaci le persone con un udito perfetto. E questo perché i sordi utilizzano semplicemente una lingua propria, che usa le mani e non i suoni, ma che ha le proprie regole e la propria complessa grammatica, esattamente come l’inglese, l’italiano o lo swahili.

2. Tutti i sordi usano lo stesso linguaggio dei segni
No, falso – purtroppo. Ogni Paese ha la propria lingua parlata, e allo stesso modo, in ogni Paese si è sviluppata una locale lingua dei segni. Del resto, sia un Americano che uno Scozzese parlano, tecnicamente, la lingua Inglese, ma è probabile che fatichino a capirsi perfettamente: lo stesso vale per il linguaggio dei segni. Esiste, a dire il vero, un linguaggio internazionale dei segni, ma ha una diffusione minima, e di fatto viene utilizzato e capito solamente da quei sordi che viaggiano regolarmente a livello internazionale.

3. Il modo più efficace di comunicare con un sordo è tramite la scrittura
No, effettivamente no – anche se è facile capire perché in tanti abbiano questa idea sbagliata: sembra chiaro, a chi ci sente, che se dovesse perdere l’udito la maniera più semplice di comprendere sarebbe leggendo. E mentre questo può esser vero per chi perde l’udito in età adulta, per chi nasce sordo invece la percezione stessa del mondo funziona in maniera diversa, molto più visiva e fisica, e la lingua scritta può confondere, perché ha una struttura e una grammatica molto diverse da quelle del linguaggio dei segni: molto meglio gesticolare.

4. Tutti i sordi sanno leggere le labbra
No, sfortunatamente non è così. Leggere le labbra è in effetti molto difficile, e non più della metà dei sordi ne è in grado; anche per i più bravi fra costoro, inoltre, il metodo permette di capire non più di un terzo di quello che viene detto. Inoltre, se il parlante ha un accento particolare, muove poco la bocca, o ancora ha ad esempio i baffi, la difficoltà cresce ulteriormente.

5. La sordità è indice di deficit cerebrali
No, assolutamente falso. Non esiste alcun tipo di correlazione fra le capacità intellettive e quelle uditive: ci sono persone sorde fra gli studenti universitari e fra i membri della classe dirigente. Il tasso di persone con deficit intellettivi fra i sordi non è diverso di quello presente fra chi ha un udito perfetto.

Di Vittorio Traetti

Sono uno scrittore con un amore per la lingua inglese. Scrivo per lavoro, divertimento e talvolta solo perché ho bisogno di espellere i miei pensieri sulla pagina.