A parole, probabilmente, lo dichiariamo tutti o quasi tutti, ma in realtà possiamo con sincerità dire di essere, genericamente, tutti veri amanti dell’arte? Molto plausibilmente no, e per motivi semplicissimi, a voler vedere. Il primo fra questi, e quasi certamente più rilevante, è la nostra scarsa preparazione in merito. Se escludiamo ovviamente i percorsi di studio incentrati in maniera specifica sull’argomento, sono ben pochi gli spazi educativi e formativi dedicati allo studio dell’arte, sia dal punto di vista interpretativo delle opere, come statue e dipinti, che da quello storico: nei programmi, le ore dedicate alla materia sono scarse.
A ciò si aggiunge la complessità dell’arte, che è un complesso di opere dell’ingegno e della creatività umana difficile, se non impossibile, da vagliare a prima vista e con una semplice occhiata, se non si posseggono dei criteri e delle conoscenze specifiche che aiutino ad inquadrare e decodificare quel che si sta osservando e interpretando. A fronte di questa mancanza di base, tuttavia, la nostra società si aspetta – potremmo quasi dire ci impone, in verità – un apprezzamento dichiarato pubblicamente dell’arte, in tutte le sue forme, che se combinato con la scarsa istruzione, e quindi con l’interpretazione fatalmente approssimativa, risulta un po’ bizzarro. Proprio per questo, quando poi ci troviamo davanti ad “opere d’arte” (così vengono definite e come tali ci vengono presentate) in cui non ravvisiamo alcun tratto, né di messaggio, né di emozione, e neanche di perizia tecnica, di quelli che cerchiamo nell’arte, possiamo rimanere profondamente perplessi. Qualche esempio?
Composizioni con Rosso, Blue e Giallo – Piet Mondrian
Mondrian è un pittore alle cui opere vengono riconosciuti valori economici che vanno oltre la banale espressione di “elevato”: i suoi quadri ricevono regolarmente valutazioni fra i dieci e i venti milioni di dollari. Ma anche tenendo conto di come Mondrian aderisse alla corrente “non rappresentativa” dell’arte, e che volontariamente lasciasse, a partire dal titolo, totale libertà d’interpretazione all’osservatore… riusciamo, onestamente, a asserire che ci sia arte in una composizione di quadrati colorati che appare interamente casuale, quasi artificiale?
Elegia per la Repubblica Spagnola N° 110, Robert Motherwell
Robert Motherwell era, come Mondrian, un rappresentante della corrente non rappresentativa dell’arte; riteneva tuttavia, con concetto che troviamo semplicemente nobile, che fosse giusto cercare di avvicinare un’arte come questa al profano privo di strumenti interpretativi. A prescindere dall’esito di tale intento, accettiamo senza discussioni il fatto che questa tela, bianca, su cui spiccano nient’altro che tre fasce verticali, irregolari, nere, fra cui campeggiano ovali altrettanto irregolari e altrettanto neri, riceva metodicamente valutazioni intorno ai due milioni di dollari?
Where, di Morris Louis
Un milione di dollari: tanto viene valutata, nel mercato dell’arte, questa tela di Morris Louis, un esempio che potremmo qualificare “da manuale” della corrente artistica a cui apparteneva negli anni Quaranta e Cinquanta, ossia il Color Field, che prevedeva l’utilizzo svincolato di grandi masse di colori saturi sulla tela. Ma siamo interamente pronti ad accettare, o se non altro quantomeno a condividere, che un valore del genere – un milione di dollari! – venga attribuito ad una tela dove con tutta la buona volontà non riusciamo a ravvisare che un arcobaleno pari pari a quelli disegnati con i pennarelli da bambini di tre anni?